In questa città italiana il lavoro è un miraggio: tasso di disoccupazione al 34,9%

A Messina trovare lavoro è diventato un’illusione per molti. La disoccupazione ha raggiunto livelli record e migliaia di persone sono senza un lavoro fisso.

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Secondo i dati ufficiali, è la città italiana con il più alto tasso di disoccupazione, e questo è confermato da cifre difficili da ignorare. Chi ci vive lo sa bene: le opportunità sono poche e le giornate spesso passano senza prospettive.

Disoccupazione alle stelle: la drammatica situazione di Messina

Messina è sempre stata una città affascinante, ricca di storia e con un panorama mozzafiato. Ma sotto la superficie si nasconde da anni una realtà completamente diversa: una cronica mancanza di lavoro. Oggi, secondo il rapporto ufficiale “Messina in cifre”, la città ha un tasso di disoccupazione del 34,9%. Questo dato è di gran lunga superiore a quello di altre città considerate “difficili” dal punto di vista occupazionale, come Napoli (28,6%) e Catania (26,6%).

Non è solo il dato in sé a colpire, ma il fatto che quasi due terzi della popolazione in età lavorativa non abbia un lavoro. Si tratta di dati allarmanti che non indicano solo disoccupazione, ma anche una crescente inattività: a Messina sono circa 54.000 le persone che non cercano nemmeno un lavoro, scoraggiate da un sistema che non sembra offrire alcuna via d’uscita. Nonostante nel 2022 si sia registrata una leggera ripresa (con un calo dell’11,8% della disoccupazione rispetto al 2021), il quadro rimane cupo.

Passeggiando per la città, non è raro vedere giovani e anziani che “bighellonano” senza una meta precisa. Non perché siano pigri, ma perché il mercato del lavoro locale è completamente fermo. Le aziende che assumono sono poche, i contratti sono spesso brevi e precari e la burocrazia non aiuta. La situazione è ancora peggiore nelle periferie e nei piccoli comuni della provincia.

Tra posti di lavoro precari, contratti brevi e “mismatch” nella formazione

Un altro grave problema che contribuisce alla disoccupazione a Messina è il cosiddetto mismatch formativo: un divario tra le competenze dei candidati e quelle effettivamente richieste dalle aziende. Ciò significa che anche chi ha studiato o è in possesso di un titolo di studio non trova lavoro, perché la sua formazione non corrisponde a quella richiesta. Il risultato? Molti giovani che, dopo anni di studio, restano a casa o emigrano.

Dal 2014 al 2022 Messina ha perso quasi 11.000 posti di lavoro. In otto anni la città è passata da 67.000 occupati a 56.000, con un trend negativo che ha toccato il punto più basso tra il 2018 e il 2019, quando la disoccupazione ha sfiorato il 40%. La situazione è ulteriormente peggiorata, anche a causa di misure nazionali come la Quota 100, che ha accelerato il pensionamento senza garantire un vero ricambio generazionale.

Nella provincia il quadro è ancora più preoccupante: il tasso di occupazione è la metà della media nazionale, con un forte squilibrio tra uomini e donne. Le donne sono spesso assunte solo a tempo parziale e raramente con contratti a tempo indeterminato. Più della metà dei nuovi contratti sono a tempo determinato e il lavoro stagionale supera quello fisso. Ciò significa nessuna sicurezza, nessuna pianificazione a lungo termine, nessuna reale autonomia.

Cosa rende Messina così indietro rispetto al resto del Paese

Le ragioni per cui Messina continua ad avere un tasso di disoccupazione così elevato sono molteplici e interconnesse. Alcune sono strutturali, altre culturali, altre ancora legate alle politiche pubbliche, spesso assenti o inefficaci.

In primo luogo, il tessuto imprenditoriale locale è debole. Le imprese sono poche e piccole, i settori principali sono limitati e non ci sono stati investimenti pubblici reali per creare posti di lavoro. Il turismo, l’agricoltura e il commercio avrebbero potuto offrire molto di più, ma mancano infrastrutture, visioni e imprenditorialità.

In secondo luogo, l’eccessiva burocrazia e i contratti rigidi scoraggiano le assunzioni. Anche chi vuole offrire lavoro spesso si scontra con ostacoli normativi, costi elevati e regole troppo complicate. E così il mercato rimane bloccato.

Infine, c’è un problema culturale difficile da ignorare: molti giovani non credono più nel lavoro. Dopo anni di porte chiuse, colloqui di lavoro infruttuosi e contratti precari, è normale perdere la fiducia. Alcuni smettono di cercare. Altri se ne vanno. Il risultato è un’intera generazione che rimane bloccata ai blocchi di partenza, non per mancanza di talento, ma per mancanza di opportunità.

I dati più allarmanti in breve

Quando si parla di disoccupazione, è importante comprendere il contesto numerico per avere un quadro chiaro. A Messina i numeri parlano da soli. Ecco una sintesi dei dati più significativi che aiutano a comprendere la portata del problema.

La disoccupazione è al 34,9%, la più alta tra le grandi città italiane.

Solo il 39,2% della popolazione attiva ha un lavoro, contro il 73% di Bologna e il 72,4% di Milano.

Sono 54.000 le persone inattive, che non lavorano né cercano lavoro.

Dal 2014 al 2022 sono andati persi oltre 10.000 posti di lavoro.

Il 56% dei nuovi contratti è a tempo determinato e la maggior parte sono lavori stagionali.

Sono dati che non possono essere ignorati. Rivelano una città in difficoltà, ma anche una comunità che ha bisogno di risposte concrete, visioni a lungo termine e politiche reali.

Conclusione: Messina ha bisogno di più di un miracolo

Se vivete a Messina, probabilmente conoscete qualcuno che ha smesso di cercare lavoro. Forse siete voi stessi. O forse state pensando di trasferirvi, come tanti altri. E la verità è che non si può biasimare chi decide di cercare opportunità altrove, dove qui non ce ne sono.

Ma Messina ha delle risorse. Ha persone capaci, giovani con volontà, storia, mare e cultura. Ha potenziale, ma non lo sfrutta. Serve un cambio di rotta, investimenti reali, infrastrutture moderne, incentivi per chi crea posti di lavoro e un sistema che ascolti chi ci vive.

Fino ad allora, Messina rimarrà purtroppo la città dove quasi nessuno ha un lavoro. Ma il cambiamento, come sempre, può partire dal basso. Anche dai lettori.

FAQ

Perché Messina ha il più alto tasso di disoccupazione in Italia?

A causa di una combinazione di fattori: poche opportunità, burocrazia lenta, inadeguatezza dell’istruzione, mancanza di investimenti e inefficacia dei politici locali.

Chi è più colpito dalla disoccupazione a Messina?

Soprattutto i giovani e le donne. Le donne spesso lavorano part-time o non lavorano affatto, e molti giovani smettono di cercare lavoro dopo aver provato per anni senza successo.

Ci sono segnali positivi per il futuro?

Nel 2022 c’è stato un leggero miglioramento, ma è ancora troppo poco. Sono necessarie riforme strutturali e un cambiamento culturale e politico per invertire davvero la tendenza.

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