Giovanna Boursier: chi è la giornalista e regista che racconta l’Italia

Probabilmente l’hai vista su La7 o a Report, mentre smonta dati, mostra documenti e fa domande scomode. Ma chi è davvero Giovanna Boursier? Giornalista investigativa, autrice, documentarista… e prima ancora, storica.

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Nata a Torino nel 1966, Giovanna non ha mai cercato i riflettori. Ma li ha accesi – spesso senza far rumore – su temi che pochi osano toccare: sfruttamento, diritti negati, abusi di potere, storia dimenticata. La sua voce è sempre diretta, mai urlata. E forse è proprio questo il segreto della sua autorevolezza.

Età e origini: l’inizio da storica

Classe 1966, piemontese, Giovanna Boursier ha iniziato il suo percorso professionale nella ricerca storica. Non ha scelto una strada comoda: dal 1992 si è occupata della persecuzione dei rom e sinti durante il nazifascismo. Quando ancora se ne parlava pochissimo.

Nel 1995 ha pubblicato uno dei primi saggi italiani sul tema, “Lo sterminio degli zingari durante la Seconda guerra mondiale”. Un lavoro pionieristico. Due anni dopo ha pubblicato “Zigeuner. Lo sterminio dimenticato”, e da lì è diventata un punto di riferimento per chi si occupa di memoria storica.

I primi documentari: da “Signorina Fiat” a “Via dell’Idroscalo”

Tra fine anni ’90 e primi 2000 Giovanna passa dietro la videocamera. Il tono è lo stesso: rigoroso, ma mai accademico. Tra i suoi primi lavori c’è “Signorina Fiat”, un corto che racconta la storia di una lavoratrice torinese, Maria Teresa Arisio. Poi arrivano “Via dell’Idroscalo” e “L’aria di Monfalcone”.

Già da allora il suo sguardo è quello che ritroveremo più avanti: attento al dettaglio, ma con una visione ampia. Non cerca lo scoop, cerca la verità.

L’approdo a Report: inchieste, verità e rigore

Dal 2002 Giovanna entra nel team di Report, il programma cult di Rai 3. Non fa l’inviata da studio: lei è videoreporter, sul campo, spesso sola, con telecamera e microfono.

Nel tempo ha firmato decine di inchieste, alcune dirompenti. Si occupa di lavoro, disuguaglianze, potere, territorio. Non urla, ma incalza. Non crea il caso, ma scava nei documenti. E spesso, li trova.

Le inchieste recenti su La7: “Autostop” e “Senza tetto né legge”

Nel 2024 la vediamo anche su La7, nel programma 100 Minuti. È lei a firmare l’inchiesta “Autostop”, un viaggio nell’universo Fiat/Stellantis, tra cassa integrazione e delocalizzazioni. Un tema caldo, gestito con equilibrio e domande mirate.

Nel luglio 2025 torna con “Senza tetto né legge”, un lavoro crudo sull’emergenza abitativa a Milano. Palazzi vuoti, famiglie sgomberate, speculazioni. Ma anche storie di resistenza e dignità.

E se ti dicessimo che ha intervistato anche Ada Colau, ex sindaca di Barcellona, sul turismo di massa e l’esplosione degli affitti? Lo ha fatto, sempre in silenzio, lasciando parlare i fatti.

Una voce che non si vende al rumore

In un’epoca in cui tutto deve essere gridato per esistere, Giovanna Boursier è una presenza controcorrente. Mai sopra le righe, mai in tv a commentare il nulla.

Non ha social personali. Non cerca viralità. Eppure le sue inchieste arrivano lontano. Perché toccano le cose vere.

E se oggi tanti giornalisti scelgono lo storytelling, lei continua a scegliere la realtà. Cruda, difficile, non spettacolarizzata.

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